giovedì 31 marzo 2011

King Kong (2005)

King Kong
Regia: Peter Jackson.
Cast: Naomi Watts, Jack Black, Adrien Brody, Jamie Bell, Kyle Chandler.


E' come trovarsi di fronte un vecchio libro d'illustrazioni per bambini, magari di quelli dimenticati e poi  ritrovati nella piccola e polverosa  soffitta di casa, con le pagine ingiallite dal tempo e con quel riconoscibilissimo odore di vissuto. Due stili all'interno dello stesso film: da un lato la determinazione, non solo materiale, e la rievocazione avventurosa di un mito; dall'altro la bellezza, la nobiltà e la genuinità del cinema d'autore. E' una produzione mastodontica di corazza, ma che al suo interno possiede un'inquietudine lesa e criptata lontana da qualsiasi progetto puramente commerciale. Peter Jackson gira con entusiasmo e si vede,  il cast è sincronizzato alla perfezione ed ogni scena è una pagina di un libro, un bellissimo libro.

Voto: 10


Premi:
Oscar miglior effetti speciali, sonoro, montaggio.
Nomination:
Oscar miglior scenografia.
Golden Globe miglior regia, colonna sonora.




« Non sono stati gli aeroplani... È la Bella che ha ucciso la Bestia. »
« Signori e signore, ecco a voi Kong, l'ottava meraviglia del mondo! »
« Questa storia mi fa tornare in mente un vecchio proverbio arabo: Quand'ecco la Bestia vide in volto la Bella, e la Bella fermò la bestia, che da quel giorno in poi, fu come morta»


mercoledì 23 marzo 2011

Lasciami entrare (2008)


« Uccido perché devo vivere »

Lasciami entrare
Regia: Tomas Alfredson.
Cast:  Kare Hedebrant, Lina Leandersson.


Dietro un'estetica rigorosa si nasconde un film triste e romantico, capace di gettare sulle carni temi "altri" in un contesto a prima vista ovvio. Appropriandosi di  storie già viste - il conflitto amore/odio tra vampiri e umani - il film del regista svedese regala sensazioni emotivamente forti e, attraverso i piccoli gesti e le "anomalie" dei suoi protagonisti, riesce a descrivere la paura e l'impossibilità di dare corpo ai propri desideri. Questo è un mondo, e un cinema, confinato ai margini, che non vuole e non può esporsi, ma che riesce a mostrare la paura più terrificante di tutte: il disincanto negli occhi di un bambino.
Voto: 9


"Il film evento che ridefinisce la figura del vampiro contemporaneo"

Premi:
Kansas City Film Critics Circle Awards 2009: miglior film straniero
BIFFF 2009: Corvo d'Oro per il miglior film
Scream Awards 2009: miglior film straniero
British Independent Film Awards 2009: miglior film straniero
Fantastic'Arts 2009: Grand Prix per il miglior film e Premio della critica
Méliès d'oro 2008
Premio Gianni Di Venanzo 2009: miglior fotografia straniera


lunedì 21 marzo 2011

Antichrist (2009)

Antichrist
Regia: Lars von Trier.
Cast: Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg.


Il cinema è "influenzato", Lars von Trier è il malato che non vuole guarire.
La macchina da presa ci pone di fronte un calvario che esplora il tessuto di luoghi singolari facendoci procedere lungo la terra, respingere gli ostacoli, oltrepassare le mura. Il percorso che conduce al di la della soglia, oltre la vita, è rappresentato dalla pelle glabra e livida di due attori straordinari: Charlotte Gainsbourg e Willem Dafoe, che assieme al regista danno vita ad un piccolo gioiello senza genere, destinato negli anni avvenire a diventare un vero e proprio cult.
La violenza mostrata è pericolosa e priva di compiacimento, ma diventa metafora delle paure espresse dall'autore in ogni suo film, ed ecco quindi comparire la morte e la vita, il sangue e il sesso, la natura e l'uomo. Un film sul dolore, sul tentativo di sospendere il dolore e cancellare la storia e con essa il passato e le nostre colpe. Un tentativo naturalmente votato alla sconfitta: non c'è modo di riappropriarsi della propria innocenza ormai perduta.
E chiunque definisca l'arte di Lars von Trier come semplice cinema è in errore. Questa non è arte cinematografica, questa è un'esperienza.

Voto: 9

 Premi:
Cannes film festival 2009
Vincitore Miglior attrice - Charlotte Gainsbourg.


European film Awards 2009
Vincitore Miglior direttore della fotografia europeo -  Anthony Dod Mantle.
Nomination Miglior regista europeo - Lars von Trier.
Nomination Migliore attrice europea - Charlotte Gainsbourg.




" Senti la sedia sotto di te - Sento un suono. Il pianto di tutte le cose che stanno morendo. - E' la paura. - I nostri pensieri deformano la realtà"




martedì 15 marzo 2011

Perdutamente Tua (1942)

Perdutamente tua
Regia: Irvin Rapper
Cast: Bette Davis, Claude Rains, Paul Henreid, Gladys Cooper.


Sostenuto da un'impeccabile logica nell'analisi della perdita di se, si tinge nel sottofondo di una nostalgia clautrofobica agghiacciante. Gladys Cooper  è l'immensa coprotagonista di questo dramma, è una madre matriarca che odia la figlia (Bette Davis) ed è, a suo modo, vittima di un conformismo regolarizzato che la farà sua fino alla morte. Bette Davis è l'assoluta protagonista, figlia nevrotica e bipolare alle prese con un irrefrenabile desiderio di libertà e mutamento.
Il film è un "classico melò d'altri tempi, ma  nasconde un senso di trasgressiva freschezza che è ben lontano dalla produzione americana  padroneggiata dalle major. Rapper infatti affronta temi come l'emancipazione femminile, la salute psichica e l'adulterio in un momento storico  in cui  il divorzio non era ancora stato approvato dalla legge. Tutto giocato sul netto cambiamento della Davis, che dimostra ancora una volta (e siamo solo nel 1942) che l'attrice può e deve essere superiore a tutto; film compreso.

Voto: 9



Il film ottenne un discreto successo di critica e pubblico e vinse l'oscar per la colonna sonora, composta da Max Steiner.



"Oh, Jerry, non andiamo a chiedere la luna. Abbiamo le stelle."
"Oh, Jerry, don't let's ask for the moon. We have the stars."
Frase scelta da 1500 addetti ai lavori dell'American Film Institute come la numero 46 tra le 100 migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi tratte da film di produzione USA


sabato 12 marzo 2011

Virginia - Sylvia - Diane

As elegant suicide is the ultimate work of art.


Nicole Kidman                                                            Virginia Woolf


Gwineth Paltrow                                                      Sylvia Pltah


Nicole Kidman                                                        Diane Arbus


Nel corso della mia vita tre sono state le personalità artistiche che più hanno influenzato il mio modo di pensare.Virginia Woolf (scrittrice), Sylvia Plath (poetessa) e Diane Arbus (fotografa).
Sono state, quasi involontariamente, pioniere di un femminismo sottile e hanno contribuito all'emancipazione di una società  maschilista e retrograda. Ossessionate dalla propria arte e dall'asfissiante conformismo che le circondava hanno salutato la vita con un gesto estremo : Il suicidio. Con loro- e attraverso di  loro- il comune si è trasformato in straordinario.
Il cinema americano ce le racconta così, con tre biografie filmiche importanti e con il volto di due grandi interpreti. E quindi eccole, in un deragliamento di colori e in un mondo dove per una volta  ricordarsi di morire vale più che ricordarsi di vivere.


The Hours (2002)
Regia: Stephen Daldry.
Cast: Nicole Kidman, Meryl Streep, Julianne Moore, Ed Harris, Toni Collette, Claire Danes.

Giocato sulla cupa e quasi onirica traiettoria di disfacimento e morte, The Hours è un'ammirevole esempio di cinema "letterario". Indimenticabili gli sguardi ruvidi e contriti di una truccatissima e irriconoscibile Nicole Kidman. Voto: 10



Sylvia (2003)
Regia: Christine Jeffs.
Cast: Gwineth Paltrow, Daniel Craig.

Raccontare Sylvia Plath non è facile. Ci vuole la giusta dose di "disorientamento" politico e sentimentale per riuscire nell'impresa. La Jeffs dimostra di saperci fare, si muove senza gli eccessi del genere e sforna un piccolo film d'indecifrabile e inaspettata malinconia.Onesto e recitato magnificamente.Voto: 9



Fur (2006)
Regia: Steven Shainberg.
Cast: Nicole Kidman, Robert Downey jr, Ty Burrell, Jane Alexander.

Un film che lentamente digrada sulle tenui atmosfere del buio.Controcorrente, deviato, stranamente bello. Diane Arbus come Alice nel paese delle meraviglie.Voto: 7







"Ho paura di affrontare me stessa. Stanotte ho tentato di farlo. Mi auguro di cuore che ci sia qualche essere assoluto, qualcuno su cui contare affinchè mi valuti e mi dica la veritò"  Sylvia Pltah






"Non ho mai fatto le fotografie che mi ero proposta di fare. Le foto sono sempre state migliori o peggiori"  Diane Arbus








"Oggi la pioggia non ci ha lasciato dubbi: qualunque residuo di festività è destinato a smorzarsi del tutto" Virginia Woolf





giovedì 10 marzo 2011

Little Children (2006)


Little Children (2006)
Regia: Todd Field.
Cast: Kate Winslet, Patrick Wilson, Jennifer Connelly, Jackie Earle Haley.


E' come attraversare un labirinto in cui tutte le strade, e nessuna al contempo, sembrano condurre al centro.
Little Children è corposo, politicamente scorrettissimo, è un feto infetto da germi che rappresentano la decadenza della società, è intriso da sottilissime nostalgie di un cinema passato ed è ricco di visioni spudorate.
E in tutto questo, in vasto calderone di sesso e sogno americano, si muovono con destrezza due delle attrici più importanti e intelligenti del cinema moderno. Kate Winslet e Jennifer Connelly cercano, scrutano con occhi impauriti le misogine tempeste che le circondano, ri-trovano se stesse, per poi scoprire di essere solo inconsistenti, vuote dentro, pericolosamente in vita.
Il migliore film dell'ultimo decennio.
Voto: 10



Notevole saggio di regia da parte di Todd Field, che ha saputo creare intorno alla "familiare" vicenda un alone di terrore e inadeguatezza davvero feroci. Regista indipendente che nel 2001 aveva già entusiasmato il pubblico americano con un altro dramma familiare: In the Bedroom , suo esordio alla regia.

Kate Winslet  nuda, sexy e genuina  in una memorabile interpretazione che le valse la sua quinta nomination all'Oscar. Da cardiopalma la scena nel parco di notte in cui recita a fianco di  Jackie Earle Haley.


16 premi internazionali. 19 nomination tra cui tre agli Academy Award e tre ai Golden Globe.
Il TIME lo definì "un capolavoro inaspettato". Ma tutto questo non è bastato per far distribuire il film in Italia.


Nomination Oscar 2006 :  Miglior attrice protagonista (Kate Winslet), miglior attore non protagonista (Jackie Earle Haley),  miglior sceneggiatura originale. 
Nomination Golden Globe 2006:  Miglior attrice protagonista (Kate Winslet), miglior attore non protagonista (Jackie Earle Haley), miglior sceneggiatura originale.

sabato 5 marzo 2011

Satoshi Kon (1963-2010)

Satoshi Kon ha saputo esplorare gli angoli più vuoti della mente umana trasformandoli in feroci fardelli animati.
Non è un cinema per tutti, le sue opere sono riflessi d'inesorabile sottigliezza psicologica e sociale, ma sono anche, e soprattutto, grandissimi esempi di vera drammaturgia.



Perfect Blue (1997)

L'animazione di  Kon non è piacevole da vedere, perchè mostra il male nel suo lato più feroce e contraddittorio.L'effetto, mai come in questo caso, è sconcertante.Perfect blue è il più affamato degli esordi.
Voto:9,5




Millennium Actress (2001)

Il film è una tela di colori, di eccessi lirici, di perdite d'identità. Melò d'incanto severo e grande omaggio al cinema che fu.
Voto:9,5




Tokyo Godfathers (2003)

Gli outsiders di Satoshi Kon soffrono di solitudine, sono senza un passato e con un futuro da ri-costruire.
Eversivo e malinconico viaggio sulla diversità. Non c'è morale ne condanna, c'è solo un irrefrenabile desiderio di raccontare.
Voto:8



Paprika (2006)

Film dalle molteplici anime, rigorose e tiepide da un lato, anarchiche dall'altro.L'evoluzione della trama è frenetica, serrata e asfissiante. Considerato da molti  il suo capolavoro è destinato a diventare un vero "psycho cult"
Colonna sonora da inchini reiterati
Voto:8,5




Satoshi Kon muore alle 6:20 del 24 agosto 2010 per un tumore al pancreas. Nel messaggio pubblicato postumo sul suo sito web, intitolato Sayonara (addio), Satoshi Kon scrive al pubblico della sua malattia, allontanandosi con queste parole:


« 世界中に存する善きものすべてに感謝したい気持ちと共に、筆をおくことにしよう。
じゃ、お先に。
今 敏 »

« Pieno di gratitudine per tutto ciò che di buono c'è nel mondo, poso la mia penna.
Scusatemi se ora devo andare.
Satoshi Kon »